sabato 14 settembre 2013

CASO MARO': IL MIO INTERVENTO A ATREJU OGGI. di Giulio Terzi di Sant'Agata

Amici, ecco quando mi sono sentito di dire oggi all'evento “I nostri Marò 2012-2013. Odissea in India” organizzato a Roma oggi.. "Sono grato a Ignazio La Russa e a Giorgia Meloni per avermi chiesto di partecipare a questo incontro con Voi. Trovo surreale essere qui oggi a parlare di una vicenda pienamente risolta l'11marzo scorso: PIENAMENTE RISOLTA nel completo rispetto della legalita' internazionale;nella tutela della credibilita' e interesse nazionali; nella difesa degli uomini delle nostre Forze Armate che operano all'estero, e dei nostri valorosi Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. A loro va il nostro assoluto sostegno,la nostra solidarietà, la nostra ammirazione. Ed è tutto surreale quanto avvenuto dopo quell'11 marzo: la giravolta di alcuni Mnistri del Governo Monti che "si sono presi paura" per alcune scontatissime dichiarazioni indiane, e perfino per un gesto sconsiderato verso il nostro Ambasciatore, che le autorità di New Delhi avevano fatto suscitando riprovazione in moltissime capitali internazionali. New Delhi era stata messa alle strette dalla chiarezza e dal sostegno ricevuto dalla nostra decisione di tenere i Marò in Italia e di aprire una controversia internazionale con l'India, per fondate ragioni giuridiche sopravvenute ed emerse DOPO il noto Affidavit che ne garantiva il rientro. La posizione dell'Italia era chiarissima. Volevamo una soluzione basata sul Diritto Internazionale, ovvero sui Trattati ratificati da Italia e India. Volevamo l'Arbitrato obbligatorio, che, notate bene, avrebbe portato a una decisione entro lo SCORSO MAGGIO. E QUESTA E' LA SOLUZIONE ANCORA POSSIBILE CHE I MIGLIORI GIURISTI NON SI STANCANO DI AVANZARE. Non volevamo invece, e lo ritengo tutt'ora assurdo, una soluzione basata sul "diritto interno" indiano, come voleva e vuole l'India. Persino la più alta autorita' dell'ONU - e Dio sa quanto tutto il mondo politico si sbraccia per invocare ogni secondo l'ONU - persino il Segretario Generale Ban Ki Moon ha ripetuto continuamente che la questione dei Marò "...deve essere risolta secondo il Diritto Internazionale", con ciò sconfessando la tesi indiana, che prevede che sia la loro legge che deve essere esclusivamente applicata. Ed è infine surreale che abbiamo perso altri sei mesi, che abbiamo accettato supinamente tribunali speciali, indagini antiterrorismo (!) e giochi di ogni genere e tipo a danno della nostra dignità nazionale e dei nostri militari solo perché c'é ancora qualcuno che pensa che abbandonando i nostri diritti di Stato sovrano, e lasciandoli gestire all'India questo ci possa comportare (improbabili) vantaggi economici, che invece rischiano persino di risultarne danneggiati, perchè la debolezza, l'incoerenza e la viltà non pagano mai nelle relazioni internazionali: né in quelle politiche, né in
quelle economiche. Il caso Marò ci ha messo dinanzi a un problema ancor più ampio e grave di quanto non sia stato quello già gravissimo che riguarda Latorre e Girone. Il caso Marò rivela la crescente inadeguatezza del nostro Paese a gestire le crisi internazionali che deve affrontare. Questo avviene non tanto perché le Amministrazioni si parlano poco tra loro, perché esistono debolezze strutturali nel "sistema Italia", o perché alcune persone sono poco adatte agli incarichi che ricoprono. La nostra inadeguatezza a gestire le crisi dipende, in primis, da gravi carenze nel definire qual'è il NOSTRO INTERESSE NAZIONALE. Ad esempio nel caso Marò esso riguarda anzitutto: la sicurezza e la tutela dei nostri uomini in operazioni di pace; l'applicazione dei Trattati che abbiamo ratificato con altri Paesi; la credibilità e la dignità del nostro Paese, che é il solo vero modo anche per sostenere le nostre imprese all'estero. E' contrario al nostro interesse perdere credibilità e essere sospettati di vergognosi baratti... Ma, come dicevo, il tema é ben più ampio. Avete mai capito, o Vi è mai stato spiegato perchè un pericoloso criminale terrorista condannato all'ergastolo in Italia, con sentenze riconosciute valide in Francia, alla Corte Europea dei diritti dell'uomo e persino dalla Corte Suprema Brasiliana, parlo di Cesare Battisti, può restare al sole di Rio de Janeiro, senza che più si parli della sua estradizione? Si era avviata una trattativa con Brasilia lo scorso anno.
Ora: più NULLA. E' FORSE INTERESSE NAZIONALE, è un bene per la nostra sicurezza, è *decente* per le nostre coscienze e per i nostri valori lasciar prevaricare altre ragioni - neanche queste mai spiegate, come per i Marò! - su quelle del Diritto, della Giustizia, e della Memoria per chi ha tanto sofferto come le vittime del terrorismo? Non è invece INTERESSE NAZIONALE occuparci molto, ma molto di più delle comunità italiane nel mondo, e dei connazionali che necessitano talvolta drammaticamente del sostegno dell'Italia? Penso, tra i molti connazionali in difficoltà, anche al caso di Chico Forti, il campione sportivo che da tredici anni attende in un penitenziario della Florida la doverosa revisione di un lacunoso processo che ha lasciato enormi dubbi quanto alla sua correttezza. Un italiano che mostra coraggio, fiducia nel suo paese, che professa e intende dimostrare la sua innocenza, come lo dimostrano i due Marò. Quando parliamo dei due nostri Marò, quando ci impegniamo per riportarli a casa, lo facciamo certamente per loro. Ma lo facciamo anche per noi: per per una politica estera degna del grande Paese che vogliamo e per i valori di cui siamo giustamente fieri...". Questo è quanto ho detto ad Atreju, e lo pubblico qui affinché resti scolpito "nel marmo" del web, cosicché non ci sia *alcun equivoco* su qual'è il mio pensiero al riguardo. Ciao Massimiliano, ciao Salvatore: un grande pezzo d'Italia è con Voi!
Fonte: https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline

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