mercoledì 20 novembre 2013

La Cortina di Silicio, Internet, democrazia e destatualizzazione.

«Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente», così Churchill sentenziò in un discorso tenuto al Westmister College di Fulton, nel Missouri, il 5 marzo del 1946, alla presenza di Henry Truman, Presidente degli Stati Uniti.
 
 
 
Anche se l'espressione «cortina di ferro» era farina del sacco di Goebbels, il suddetto discorso di Churchill ben delineava ciò che sarebbe successo sia nel teatro eurocentrico sia su scala planetaria a causa delle tensioni fra Mosca e Washington; la «cortina di ferro», quale linea di separazione e di confronto fra i due blocchi Est-Ovest, entrò nel gergo comune e rappresentò per mezzo secolo, nel mondo della civiltà Occidentale, il confine, il limes fra mondo libero e mondo oppresso.
 
Oggi, invece, ciò che ora separa la comunità Occidentale dagli stati accentrati e centralizzati - descriverli solo come autoritari sarebbe eccessivamente esemplificativo -  è una Cortina di Silicio. Laddove arriva la “libera” (per li meno formalmente) cybercomunity, internet, il web, la rete, insomma, laddove la capacità di comunicazione intra persone non è regolata in compartimenti stagni, come è tipico di quei paesi dove vige un forte esercizio della polizia politica; laddove v'è strumenti e strumentazione per la comunicazione telematica; laddove arrivano i social network, in definitiva, si trova la frontiera fra stato continentale e potenza talassocratica, per usare termini cari a Carl Schmitt.
 
Nato come sistema (con il nome di ARPAnet) per le comunicazioni telematiche fra i vari quartier generali NATO durante la Guerra Fredda nell'ottica di coordinazione della difesa in caso di attacco nucleare, caduto il Muro di Berlino, internet è stato reso pubblico ad uso civile nell'ottica di un sistema di comunicazione di massa a livello planetario negli anni '90. Ad oggi, da un punto di vista geostrategico, è un potente veicolo di PsyOPS, di propaganda laddove si vuol destabilizzare uno stato nemico. La congiunzione fra smartphone e social network, l'avanzare della tecnologia delle telecomunicazioni, ha reso possibile il passaggio di informazioni (sensibili o meno) insomma, la comunicazione mobile difficilmente intercettabile da chi non ha il know how per farlo. Considerando, inoltre, che la genealogia geostrategica del Leviatano virtuale nel mondo Occidentale e la geopolitca statunitense sono legati biunivocamente in un circolo vizioso: Washington deve il suo poter anche al potere tecnologico delle comunicazioni virtuali e queste devono la loro esistenza all'influenza geoeconomica americana.
 
Difatti, se D'Annunzio volò su Vienna bombardandola di volantini in cui si incitava la popolazione a ribellarsi agli Asburgo - una delle prime, vere PsyOPS in chiave aeronautica - oggi sono i tweets che incitano alla ribellione nonché la rete satellitare che ne permette l'invio. 
 
Quando Gheddafi, riappacificatosi con l'occidente nel 2005, acconsentì che venisse concesso l'uso ad ampie fette della popolazione di cellulari e internet; oltre che spostare i petroldollari di famiglia in banche americane. Gheddafi sapeva bene che così sarebbe venuta a pendere una doppia spada di Damocle sulla sua testa: quella del possibile congelamento dei beni economici e quella della possibilità di spargere voci destabilizzanti al suo regno. Difatti, non possedendo affatto la tecnologia per controllare le cyber attività del suo popolo, si affidò a aziende occidentali e non del settore che spiavano i cittadini libici su internet. Non poteva fare altro, avendo perso l'antico protettore sovietico e volendosi reinserire nella comunità internazionale. 
 
Scoppiate però le rivolte, deciso l'intervento della NATO, le aziende che prestavano tali servigi al padre padrone libico gli voltarono la faccia. Da quel momento Gheddafi perse il controllo della popolazione. Ci rimise pelle e trono, a colpi di kalashnikov e di tweets. Sopravvissuto alla Cortina di Ferro, quella di Silicio, come politicamente per Ben Alì e Mubarak, fu a Gheddafi fisicamente fatale. Anche in Siria, le aperture a internet operate da Bashar al-Assad gli si sono ritorte contro, portando a ciò che oggi sappiamo sta imperversando in Siria.
 
Sarà che, come asserisce Fukuyama in un suo ben noto e fortunato saggio, riprendendo la concezione escatologica e filosofica di hegeliana, la fine della Storia passi dall'ultimo uomo; ma anche, probabilmente, dall'ultimo tweet e dall'ultimo cyberattivista... 
 
Fonte: Saverio Fidecicchi - http://www.disordinemondiale.com/

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