giovedì 12 dicembre 2013

Di Stefano (CasaPound): «I Forconi chiedano lo scioglimento delle Camere. Li aspettiamo a Roma»


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La protesta dei Forconi sta dilagando in tutta Italia per arrivare dritta alle stanze del potere, cercando di canalizzare tutte le anime radicali della politica, di destra e di sinistra. Ma quali reali esigenze rappresenta? Di tutto questo, Intelligonews ne ha parlato con Simone Di Stefano, vicepresidente di Casa Pound, che sui Forconi ha una visione molto chiara.





La protesta dei Forconi sta riunendo diverse categorie e tanti italiani in modo trasversale, Casa Pound da che parte sta?
«Noi appoggiamo da sempre il mondo produttivo agricolo e degli autotrasportatori. Un comparto che è sceso in piazza contro un sistema economico che distrugge e soffoca il popolo italiano. Ad oggi però quest’organizzazione dei Forconi è talmente eterogenea che non si capisce bene che cosa voglia; già così riesce ad essere solo una protesta che raccoglie intorno a sé moltissimi cittadini arrabbiati, delusi e stanchi, ma che non sanno bene che cosa stanno facendo in piazza. Anche per noi è difficile capire quale sia il fine ultimo o la loro piattaforma di rivendicazione. Per questo bisogna aspettare una loro proposta».

Ad esempio quale?
«Come Casa Pound pensiamo che questo movimento debba, come minimo, chiedere lo scioglimento delle Camere: tra l’anticostituzionalità della legge elettorale, tra il fatto che il governo è garantito da un partito che nessuno ha votato, come il Nuovo centrodestra, la volontà popolare delle ultime elezioni è stata completamente spazzata via e occorre immediatamente tornare alle urne. E poi far valere le rivendicazioni economiche: congelare il debito pubblico in mano estera, che è una vera e propria truffa; occorre chiedere un referendum sull’Europa per  uscire o no dall’euro».

Un movimento che, ad ogni modo, sta spiazzando il mondo politico. Quanto sono distanti le stanze del potere da tutto questo?
«I politici non stanno in strada e non vedono la rabbia dei cittadini ridotti allo stremo. Persone che sono stanche di vedere scene di basso livello come le mutande verdi di Cota. Questa è gente che ha perso la casa, che non riesce a mettere su famiglia e che perde il lavoro. E in tutto questo la politica rimane lontana e non riesce a dare risposte. Uno Stato che, tra l’altro, non ha più forza e che non conta nulla: basta guardare la svendita del patrimonio pubblico per sottostare agli ordini di Bruxelles, la vicenda dei Marò e le privatizzazioni».

Come Casa Pound scenderete in piazza?
«Noi siamo presenti già in tutta Italia. A Roma poco, perché stiamo aspettando che la protesta degli autotrasportatori e degli agricoltori si riversi compatta nella Capitale. Noi  siamo in piazza nel resto d’Italia laddove vediamo realtà produttive. Se questo movimento si concentrerà su Roma, troverà una città che lo accoglierà a braccia aperte. Spero che in questi giorni il movimento faccia chiarezza con se stesso».
 
Fonte:  http://www.intelligonews.it/

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