domenica 12 gennaio 2014

Terrificante che su vita e pena di morte dei 2 marò si cambi di continuo versione


 BRACCIO DI FERRO

L’EDITORIALE, sabato 11 Gennaio 2013
Siamo abituati più che mai a continui cambiamenti di versione, all’uso delle parole da parte dei politici del tutto vuoto, atto solo a vedere che reazione suscitano, magari da parte di altri politici… le parole al massimo servono a convincere noi, o a tenerci buoni, o a lanciare dei messaggi elettorali che restino e così via di seguito.

La perdita di credibilità delle parole dei politici è diventata così profonda da esser madre della perdita di credibilità delle loro stesse persone, dei loro curricula, dei loro conti in banca, madre di quell’anti-politica dilagante che oggi porta Grillo e Berlusconi, sommati, ad avere senza ma e senza se la maggioranza quasi assoluta secondo i sondaggi.

Ebbene: l’assuefazione a questo palcoscenico fatto solo di parole non vere sta raggiungendo dei livelli veramente pazzeschi. Si parla senza cognizione di causa persino di vita e di morte: così, come se fosse lo stesso dire vita oggi e morte domani…! E premesso che non è mai “lo stesso”, anche quando dici “abbasso le tasse” oggi e poi le aumenti domani, certo è che l’analogo giochino proiettato su vita e morte direi di poterlo considerare roba da criminali, se non da Medioevo, se non da Basso Impero.

Sui due Marò avviene anche questo, signori: dal Ministero degli Esteri cambiano le versioni nel giro di 24 ore, e i movimenti che qua in Italia sostengono il ritorno a casa di Massimiliano e Salvatore, in simbiosi con le famiglie dei due, devono vivere il dramma nel dramma, di relazionarsi con delle istituzioni – le nostre – che sulla pelle dei due ci fanno persino la politica delle parole… del resto non mi entusiasmò più di tanto l’esplicita citazione dei due Marò nel discorso di fine anno del presidente Napolitano: da un lato sapeva di riconoscimento, ma dall’altro lato sapeva di contentino.

Dunque secondo una legge indiana i due Marò potrebbero essere condannati a morte: al bando le rassicurazioni di maniera, e al bando le parole di miele. Qua bisogna intervenire. Qua bisognerebbe riprenderseli. Ma il governo brancola continuamente nel buio, e non ho ancora capito fino in fondo se siano idioti, o colpevoli di svendere i due nostri concittadini dinanzi a un rapporto con l’India che peraltro, così comportandoci, ci vedrà subalterni per sempre.

Sono delle ore molto importanti, nelle quali per l’appunto si deciderà quale legge applicare: se quella che si applica nei casi che poi portano alla pena di morte, oppure no. Questa è la verità, e a questo punto forse bisogna sperare più nel buon senso delle autorità indiane, che nella capacità diplomatica delle nostre istituzioni.

Siamo il Paese che decide che il finanziamento dei partiti è da abolire dopo decenni, che il Porcellum è da abolire dopo otto anni, che le elezioni in Piemonte si basavano su firme false dopo tre anni. Siamo il Paese con un centrodestra in fase di riorganizzazione, e con un centrosinistra che pensa più al semestre di presidenza dell’Europa (dal primo Luglio) che ad altro. E pensare che i due Marò questo Paese lo difendevano per lavoro… e pensare che non se ne pentiranno mai, nonostante tutto.

Fonte:  http://www.italiapost.info/
          di Salvatore Todaro

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