domenica 2 febbraio 2014

Marò, Napolitano: ..... "ritornerete con onore"......

Dopo due anni di assoluto silenzio, a parte i discorsi di fine anno e in qualche ricorrenza nazionale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, venerdì 31 gennaio (data storica da ricordare) fa una telefonata ai Marò sequestrati dalle fauci del Governo indiano con il benestare, o se vogliamo chiamarlo in maniera divers, tacito assenso di quello italiano. La notizia ha fatto tornare alla memoria un Film diretto da Penny Marshall dal titolo "Risvegli".... Ora pensiamo bene a questo "fatto storico", alle motivazoni che hanno spinto il Capo dello Stato a fare quella telefonata.
 
Il viaggio fatto dai Parlamentari andati in India per incontrare i fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, anche questo fatto con due anni di ritardo, ha dato i suoi primi risultati. Ora anche nei Palazzi romani si sentono frasi del tipo "Da India gestione vicenda sconcertante e contradditoria" e “i nostri marò erano in servizio quindi non si può applicare la legge antiterrorismo“.

L'Italia chiede, nel suo ricorso, che "si presentino subito i capi d'accusa senza l'utilizzazione della legge antiterrorismo (SUA Act)", gia' esclusa dall'Alta Corte del Kerala, o in alternativa che "si autorizzino i marò a rientrare in Italia per attendere i tempi del processo indiano".
 
Il comportamento delle Autorità indiane è del tutto contrario al diritto internazionale, dato che gli organi dello Stato sono immuni dalla giurisdizione penale dello Stato straniero quando svolgono attività iure imperii.
 
L’Italia dovrebbe sollevare la questione dinanzi ad un tribunale internazionale perché vengano accertati i fatti e, di conseguenza, le rispettive posizioni e responsabilità giuridiche di diritto internazionale. Nel frattempo, però, la questione deve essere risolta sul piano politico-diplomatico ottenendo (mediante le opportune pressioni e contromisure ed il prima possibile) il rilascio dei due marò. Poi sarà il momento dei tribunali.
 
L’Unione Europea può e deve esercitare le dovute pressioni politiche e diplomatiche per indurre l’India al pieno rispetto del diritto internazionale. In prospettiva, si potrebbe anche ragionare, nel caso la situazione non si sbloccasse e, addirittura, si arrivasse ad un processo nei confronti dei due marò, sull’adozione di contromisure (sanzioni) di natura politica, diplomatica e commerciale.
 
Le violazioni del Diritto Internazionale e dei trattati da parte dell''India sono evidenti in tutto il mondo, le parole di Napolitano e della Bonino  non restino aria, perchè quello che è evidente della "sconcertante gestione indiana" è evidente anche per la sconcertante gestione italiana.



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