sabato 26 luglio 2014

ILLUSIONI DI MEZZA ESTATE…TRA ROMA E BRUXELLES!


Foto: ILLUSIONI DI MEZZA ESTATE…TRA ROMA E BRUXELLES! Il sostegno dato dal PdC Renzi alla Cancelliera Merkel sulla nomina di Jean Claude Junker alla Presidenza della Commissione Europea è stato determinante per far passare senza intoppi la linea tedesca… ma in cambio di cosa? Abbiamo visto dalle molteplici dichiarazioni di Schaubele (Ministro delle Finanze), Siebert (portavoce della Cancelleria), Weber (capogruppo tedesco al Parlamento Europeo) e della stessa Bundesbank come le speranze italiane di una maggiore "flessibilita" del Fiscal Compact siano evaporate completamente pochi minuti dopo la conclusione del Consiglio Europeo. E' questo il vero motivo per il quale il Governo sta preparando in questi giorni una pesante manovra correttiva di finanza pubblica che non farà che frenare ulteriormente la domanda interna italiana…? Con una crescita vicina allo zero - gli ultimi dati FMI ridimensionano allo 0,2% le aspettative dichiarate dal Governo sino a pochi giorni fa di un + 0,6% di PIL nel 2014 - si riaffaccia il rischio di un’ulteriore recessione, persino peggiore di quella vissuta fin’ora, perchè siamo ormai con un'inflazione vicina allo zero e con un debito pubblico che continua a crescere fuori controllo, con quasi 10 punti in più in neanche tre anni… Secondo il Governo Renzi, la flessibilità di Berlino avrebbe dovuto scongiurare tutto questo, ma - svanita ancora una volta l'illusione di un cambio di rotta mitteleuropeo sui temi economici - la "contropartita politica" al determinante appoggio italiano alla linea tedesca in favore di Junker doveva essere l'attribuzione al nostro Paese della carica di Alto Rappresentante per la Politica Estera, con tutti i poteri sanciti dal Trattato di Lisbona. Ciò avrebbe fatto dell'Alto Rappresentante il "n° 2" effettivo di Junker, riconoscendo a tale posizione quella di coordinatore di tutti gli altri Commissari che dispongono di competenze rilevanti per le relazioni esterne, per la sicurezza e la Difesa europee, la cooperazione internazionale, il commercio, l'energia, l'immigrazione, i Partenariati e l'allargamento, i diritti umani e le libertà religiose e di pensiero etc. Tale posizione di fatto “sovraordinata" rispetto agli altri Commissari avrebbe costituito un decisivo cambio di marcia nella "governance" dei rapporti internazionali dell'UE, perché un Alto Rappresentante per la Politica Estera UE con poteri da "Supercommissario" disporrebbe di leve molto importanti da azionare (anche) nell'interesse dell'Italia. Uno scenario che però parrebbe tramontato, dal momento che il bicchiere del "do ut des" Renzi-Merkel sembra drammaticamente vuoto… Ancora ben prima di insediarsi, Junker ha ridimensionato notevolmente poteri e competenze dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera, dichiarando di voler essere lui a coordinare tutti i Commissari attraverso una sorta di Ufficio di Presidenza, e nel mettere avanti le mani il Presidente designato si è mosso in controtendenza rispetto a tutte le aspettative di potenziare la PESC (Politica Estera UE) e la PESD (Difesa comune UE): il successore della Ashton potrà infatti contare solo sui limitati strumenti del passato. Impossibile che la prematura mossa di Junker non sia stata accuratamente concordata con Angela Merkel, e questo è deludente per i molti che miravano legittimamente a un vero cambio di marcia dell’UE, necessario anche per dare risposte concrete alle istanze emerse del voto alle Europee di maggio scorso. La frenata di Junker gioca invece a favore dei Paesi interessati a “rinazionalizzare” la politica estera, come la Gran Bretagna e soprattutto la Germania: Berlino – che è parte irremovibile di tutti i gruppi negoziali ristretti, come il "Quad" atlantico (Usa, Uk, Francia, Germania) e il "5+1" sul nucleare iraniano, nonchè protagonista assoluta delle politiche Economiche e Monetarie UE - sta sempre più acquisendo una chiara leadership di politica estera, come dimostra il suo peso nella gestione della vicenda Ucraina, nel rapporto con la Russia, nella crisi siriana e nei condizionamenti al partenariato meridionale e mediterraneo in rapporto a quello orientale... e non è quindi affatto sorprendente che ai tedeschi convenga un Alto Rappresentante relativamente debole. In secondo luogo, l'inconsistenza della "contropartita" per l’Italia emerge ancor più evidente dopo la levata di scudi di una dozzina di partner Europei contro la candidatura del nostro Ministro degli Esteri Mogherini, anche se è bene ricordare come non abbiano certamente aiutato le nostre candidature all'UE così come al posto di Segretario Generale della NATO le ambiguità emerse negli ultimi tempi sulle nostre posizioni europee e atlantiche: talvolta ancor più timidi della stessa Germania nel sottolineare l’illegittimità dell'annessione Russa della Crimea, più ansiosi degli altri Paesi di intensificare i rapporti con l'Iran, ambigui sulla Siria, dove ci siamo trovati allo stesso tempo sia sulla lista “amici di Putin" che sulla lista “amici di Obama", in queste e in altre occasioni cruciali per l’UE ed essenziali per la politica estera nostra e di diversi nostri partner storici abbiamo dimostrato *incertezze e contraddizioni incomprensibili*... Come vado dicendo da tempo, vi sono importanti "compiti a casa" che dobbiamo fare per definire chiaramente e una volta per tutte i nostri interessi e il ruolo globale dell'Italia: diversamente, il prezzo che pagheremo sarà quello di un’Europa sempre più “in ordine sparso” e di un Italia debole all’interno di un’Europa ancor più debole sugli scenari internazionali… VOI COSA NE PENSATE?Il sostegno dato dal PdC Renzi alla Cancelliera Merkel sulla nomina di Jean Claude Junker alla Presidenza della Commissione Europea è stato determinante per far passare senza intoppi la linea tedesca… ma in cambio di cosa? 

Abbiamo visto dalle molteplici dichiarazioni di Schaubele (Ministro delle Finanze), Siebert (portavoce della Cancelleria), Weber (capogruppo tedesco al Parlamento Europeo) e della stessa Bundesbank come le speranze italiane di una maggiore "flessibilita" del Fiscal Compact siano evaporate completamente pochi minuti dopo la conclusione del Consiglio Europeo. 

E' questo il vero motivo per il quale il Governo sta preparando in questi giorni una pesante manovra correttiva di finanza pubblica che non farà che frenare ulteriormente la domanda interna italiana…? Con una crescita vicina allo zero - gli ultimi dati FMI ridimensionano allo 0,2% le aspettative dichiarate dal Governo sino a pochi giorni fa di un + 0,6% di PIL nel 2014 - si riaffaccia il rischio di un’ulteriore recessione, persino peggiore di quella vissuta fin’ora, perchè siamo ormai con un'inflazione vicina allo zero e con un debito pubblico che continua a crescere fuori controllo, con quasi 10 punti in più in neanche tre anni… Secondo il Governo Renzi, la flessibilità di Berlino avrebbe dovuto scongiurare tutto questo, ma - svanita ancora una volta l'illusione di un cambio di rotta mitteleuropeo sui temi economici - la "contropartita politica" al determinante appoggio italiano alla linea tedesca in favore di Junker doveva essere l'attribuzione al nostro Paese della carica di Alto Rappresentante per la Politica Estera, con tutti i poteri sanciti dal Trattato di Lisbona. Ciò avrebbe fatto dell'Alto Rappresentante il "n° 2" effettivo di Junker, riconoscendo a tale posizione quella di coordinatore di tutti gli altri Commissari che dispongono di competenze rilevanti per le relazioni esterne, per la sicurezza e la Difesa europee, la cooperazione internazionale, il commercio, l'energia, l'immigrazione, i Partenariati e l'allargamento, i diritti umani e le libertà religiose e di pensiero etc. 

Tale posizione di fatto “sovraordinata" rispetto agli altri Commissari avrebbe costituito un decisivo cambio di marcia nella "governance" dei rapporti internazionali dell'UE, perché un Alto Rappresentante per la Politica Estera UE con poteri da "Supercommissario" disporrebbe di leve molto importanti da azionare (anche) nell'interesse dell'Italia. Uno scenario che però parrebbe tramontato, dal momento che il bicchiere del "do ut des" Renzi-Merkel sembra drammaticamente vuoto… Ancora ben prima di insediarsi, Junker ha ridimensionato notevolmente poteri e competenze dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera, dichiarando di voler essere lui a coordinare tutti i Commissari attraverso una sorta di Ufficio di Presidenza, e nel mettere avanti le mani il Presidente designato si è mosso in controtendenza rispetto a tutte le aspettative di potenziare la PESC (Politica Estera UE) e la PESD (Difesa comune UE): il successore della Ashton potrà infatti contare solo sui limitati strumenti del passato. Impossibile che la prematura mossa di Junker non sia stata accuratamente concordata con Angela Merkel, e questo è deludente per i molti che miravano legittimamente a un vero cambio di marcia dell’UE, necessario anche per dare risposte concrete alle istanze emerse del voto alle Europee di maggio scorso. 

La frenata di Junker gioca invece a favore dei Paesi interessati a “rinazionalizzare” la politica estera, come la Gran Bretagna e soprattutto la Germania: Berlino – che è parte irremovibile di tutti i gruppi negoziali ristretti, come il "Quad" atlantico (Usa, Uk, Francia, Germania) e il "5+1" sul nucleare iraniano, nonchè protagonista assoluta delle politiche Economiche e Monetarie UE - sta sempre più acquisendo una chiara leadership di politica estera, come dimostra il suo peso nella gestione della vicenda Ucraina, nel rapporto con la Russia, nella crisi siriana e nei condizionamenti al partenariato meridionale e mediterraneo in rapporto a quello orientale... e non è quindi affatto sorprendente che ai tedeschi convenga un Alto Rappresentante relativamente debole. 

In secondo luogo, l'inconsistenza della "contropartita" per l’Italia emerge ancor più evidente dopo la levata di scudi di una dozzina di partner Europei contro la candidatura del nostro Ministro degli Esteri Mogherini, anche se è bene ricordare come non abbiano certamente aiutato le nostre candidature all'UE così come al posto di Segretario Generale della NATO le ambiguità emerse negli ultimi tempi sulle nostre posizioni europee e atlantiche: talvolta ancor più timidi della stessa Germania nel sottolineare l’illegittimità dell'annessione Russa della Crimea, più ansiosi degli altri Paesi di intensificare i rapporti con l'Iran, ambigui sulla Siria, dove ci siamo trovati allo stesso tempo sia sulla lista “amici di Putin" che sulla lista “amici di Obama", in queste e in altre occasioni cruciali per l’UE ed essenziali per la politica estera nostra e di diversi nostri partner storici abbiamo dimostrato incertezze e contraddizioni incomprensibili... Come vado dicendo da tempo, vi sono importanti "compiti a casa" che dobbiamo fare per definire chiaramente e una volta per tutte i nostri interessi e il ruolo globale dell'Italia: diversamente, il prezzo che pagheremo sarà quello di un’Europa sempre più “in ordine sparso” e di un Italia debole all’interno di un’Europa ancor più debole sugli scenari internazionali. 

Fonte: https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline

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