venerdì 18 luglio 2014

India: caso marò; una lettera di protesta dai militari "governo incapace"

Può un ministro degli Esteri l'arsi dire da rappresentanti delle Forze Armate esasperati che 0 governo del quale fa parte è incapace di difendere i propri diritti, e ancora aspirare al ruolo di capo della politica estera europea? Nel giorno terribile in cui la guerra che è anche dell'Europa uccide 290 persone che avevano preso un volo di linea dall'Europa pensando di andare in vacanza, nel giorno di un'Ustica seconda purtroppo chiara a tutti, ci pensa un'audizione dei Cocer della Marina Militare Italiana a far piazza pulita delle grandi arie di presunzione, delle troppe chiacchiere a vuoto del governo di Matteo Renzi.

L'esasperazione legittima, perfino tardiva, dei militari italiani colpisce con la stessa forza il presidente del Consiglio che chiede rispetto per il Paese e per i suoi voti di partito di successo, ma dimentica di nominare i marò nel discorso di inaugurazione del semestre italiano in Europa; il ministro degli Esteri, Mogherini, che il governo insiste a proporre come mister Pesc, nonostante al discredito europeo ora si accompagni quello nazionale; infine per un ministro della Difesa, Pinotti, che al pari di premier e collega degli Esteri, era partita lancia in resta con grandi dichiarazioni di impegno per risolvere rapidamente la vicenda di Massimiliano La-torre e di Salvatore Girone, e che poi niente ha fatto e sta facendo, mentre chissà perché imperversano le voci che la vorrebbero gradita al Quirinale per la successione, ruolo evidentemente divenuto dinastico.

La brutta storia

A chi dovesse obiettare che la brutta storia della detenzione illegale di due militari in India, rei di aver difeso una petroliera italiana in missione antipirateria, è stata ereditata dai due precedenti governi, i disastrosi Monti e Letta, si risponde agevolmente che questo governo assai più di quelli precedenti, che gestivano evidentemente e prevalentemente affari tanto da costringere un ministro onesto come Giulio Terzi a clamorose dimissioni, almeno non ci hanno e non hanno raccontato ai marò, alle famiglie, ai militari italiani, le clamorose balle esibite dal trio di cui sopra. Ricorderete telefonate a Delhi, dichiarazioni bellicose, annunci che si cambiava metodo, verso, preferiscono dire i renziani d'assalto.
Bene, nessun cambiamento diverso, solo una serie di promozioni inopportune per il rappresentante del disastro politico diplomatico italiano, Staffan De Mistura; solo la pomposa nomina di un responsabile inglese a capo di un sedicente comitato internazionale, che non ha mai prodotto il ricorso sacrosanto in base al diritto internazionale che peraltro era pronto da tempo; solo infine, ed è la cosa più infame, un rapido e progressivo distacco e disinteresse dal problema, ritenuto risolto con la solita politica degli annunci, comunicazioni sibilline alle famiglie, informazioni false sulla colpevolezza dei due, lasciate circolare dagli ambienti ministeriali.

Lo sdegno

Ecco, ieri a questo comportamento i Cocer in audizione hanno risposto con il dovuto sdegno, e si potrà anche fingere che sia stata un'occasione formale, e nasconderla informandone malamente, ma resta un fatto gravissimo e preoccupante, come sempre quando si spezza il rapporto di fiducia tra Forze Armate, Governo e Parlamento di una nazione. Dovrebbe esserne consapevole il comandante supremo della Forze Armate, ovvero il presidente della Repubblica, inusitatamente taciturno da due anni e mezzo.
È andata così. "Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano in servizio per conto dello Stato, in acque internazionali, e per questa doppia ragione la loro immunità funzionale deve essere riconosciuta e difesa", ha affermato il Cocer della Marina Militare ascoltato ieri mattina, dalla Commissione Difesa della Camera insieme ai colleghi del Cocer Interforze, in merito alla situazione dei fucilieri trattenuti in India.

"L'Italia ha purtroppo dato al mondo intero l'immagine di un Paese che opera in campo internazionale in modo improvvisato, incapace di difendere i propri diritti anche perché vincolato da logiche che ci vedono soccombenti nei confronti di Paesi di elevato interesse economico-commerciale".
Secondo i rappresentanti militari "occorre fare un cambio di passo nell'interesse dei Fucilieri e dell'Italia. La mancanza di un cenno su questa vicenda da parte del Presidente del Consiglio, in occasione dell'avvio del semestre europeo a guida italiana, è apparso agli occhi dei delegati un segnale di scarsa volontà da parte del Governo nell'affrontare con la determinazione che il caso richiede la difficile situazione".

I rappresentanti dei militari affermano esplicitamente che "portare a casa con dignità e onore Massimiliano e Salvatore deve essere per tutti una priorità", e dunque chiedono "ai commissari di continuare nelle azioni annunciate dal Presidente della Commissione Difesa Elio Vito", ovvero la convocazione del "Presidente del Consiglio e dei Ministri degli Esteri e della Difesa, da parte delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, alla presenza del Cocer di Marina e di Interforze, per essere informati sulle azioni che il Governo sta svolgendo e che intenderà svolgere".

I lettori capiranno che non sarà, o non sarebbe perché lo voglio vedere Renzi a presentarsi, una passeggiata rispondere in modo convincente. Il Cocer, ricordando che la pirateria è una battaglia non certo e non solo italiana, e che a qualcosa dovrebbe pur servire la storiella dell'importanza storica di presiedere per sei mesi l'Unione Europea, chiedono anche di "coinvolgere le istituzioni europee, affinché supportino con maggiore energia e convinzione l'Italia nella risoluzione del caso, consci che la problematica sulla immunità funzionale del personale dello Stato che opera in scenari internazionali è un problema comune" ed effettuare, quanto prima, "una nuova visita a Massimiliano e Salvatore". Forse non cambierà niente nella palude in cui viviamo, ma era ora che i militari si facessero sentire.

Fonte: Maria Giovanna Maglie

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