mercoledì 6 agosto 2014

I panni sporchi di Girone e Latorre

Non siamo responsabili di alcun danneggiamento. L’unica cosa che desideriamo è ritornare in Patria: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da quasi novecento giorni prigionieri in India, hanno fatto sapere al «Il Tempo» attraverso le famiglie di essere estranei alla vicenda della richiesta di risarcimento per presunti danni alla recinzione della residenza dell’ambasciatore italiano Daniele Mancini a Nuova Delhi. È una presa di distanza netta, espressa con il consueto contegno, ma sullo sfondo resta una forte amarezza per una nuova polemica che non tiene conto della drammaticità del contesto, con una querelle internazionale in corso da anni senza nemmeno un’ipotesi di calendarizzazione - dopo decine e decine di grotteschi rinvii - delle prossime tappe.

«Che immagine diamo all'India?»: Paola Moschetti Latorre è a Nuova Delhi per stare vicina a Massimiliano e non ha nessuna voglia di soffermarsi «su una questione legata ad un filo per appendere i panni». «La priorità - puntualizza con molta serenità, nonostante tutto - resta riportare a casa i Leoni del San Marco». I fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono alloggiati in una dependance della residenza diplomatica italiana a Nuova Delhi: questi locali da oltre due anni ospitano la quotidianità dei soldati italiani, candenzata da ritmi e abitudini ordinarie che non potrebbero arrecare alcun disturbo alla tradizionale routine diplomatica. Insomma meriterebbero solidarietà e vicinanza, mentre - in più di una occasione - hanno invece registrato sensazioni «differenti» da parte di chi dovrebbe essere in prima linea nella battaglia per la loro liberazione. La sensazione è che siano ospiti da molto, forse da troppo tempo, dell’ambasciata italiana di Delhi.

E mentre ci si azzuffa attorno ai panni puliti stesi all’ambasciata, nessuno sembra più preoccuparsi della sostanza della vicenda. «È venuto il momento che vengano spiegate le vere ragioni di chi ha voluto rimandare Girone e Latorre in India quel 22 marzo 2013», ha tuonato l’ex ministro degli Esteri del governo Monti, ora componente dell’Ufficio di presidenza di Fratelli d'Italia, Giulio Terzi.

«Dal governo - ha aggiunto Terzi - arriva solo silenzio e inazione. Abbiamo dovuto vivere il farsesco rinvio per l’indisposizione di un giudice della Corte Speciale indiana. E davanti a questo è inaccettabile e preoccupante che palazzo Chigi si trinceri dietro esigenze di silenzio e ci si affidi a un avvocato inglese, quando i ministri competenti avevano annunciato di voler chiedere l’arbitraggio internazionale».
«La preoccupazione aumenta - ha proseguito l’ex ministro - mentre la questione è lontana dall’essere risolta, la situazione impone una strategia ben più incisiva, per questo abbiamo chiesto che Renzi si rechi in India entro il mese di agosto».

Sulla vicenda intanto sta lavorando, con contatti e fatica quotidiana, il ministero degli Esteri. L’esecutivo, per bocca del premier stesso, Matteo Renzi, l’altro giorno, ha dichiarato che «noi non soltanto non dimentichiamo la vicenda dei marò, ma ho molta fiducia nel nuovo governo indiano». E ancora: «Faccio i migliori auguri al nuovo primo ministro e auspico che la discussione sui marò sia affrontata e risolta sulla base diritto del internazionale».

Fonte: http://www.iltempo.it/

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