domenica 14 settembre 2014

«Il diritto all’immunità per i nostri due marò»


Roberta Pinotti

«Siamo contenti del ritorno di Massimiliano Latorre, ma dobbiamo risolvere complessivamente la questione dei nostri due fucilieri di Marina. La posizione del governo non cambia: erano in missione e per questo restano coperti da immunità funzionale»: il realismo del ministro della Difesa Roberta Pinotti raffredda gli entusiasmi di tanti esponenti del governo, a partire dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo la concessione al marò tarantino di un permesso temporaneo. La Pinotti è stata ieri nel Sacrario d'Oltremare di Bari e al termine della cerimonia, tenuta a pochi passi dalla casa di Salvatore Girone, ha fatto prima il punto sulla querelle diplomatica e giudiziaria con l'India.


 
Ministro Pinotti, in un tweet dopo l'ordinanza della Corte Suprema, il premier Renzi ha annunciato una «collaborazione con la Giustizia indiana». Sarà riconosciuta la giurisdizione di Nuova Delhi?
«Non abbiamo modificato l'impianto che abbiamo sempre sostenuto. I marò, i nostri due fucilieri Latorre e Girone, erano in missione per l'Italia e come tutti i militari in missione sono coperti da immunità funzionale».

A cosa si riferiva il presidente del Consiglio?
«La collaborazione consiste nel riconoscere che la Corte Suprema si è riunita in tempo brevissimo dopo la presentazione della nostra istanza e ha dato un giudizio positivo. È un segnale ma questo non cambia i termini della contesa. Abbiamo voluto sottolineare un gesto di sensibilità».
 
Le prossime mosse?
«Il giorno in cui la Corte si è espressa su Latorre, ho chiamato Salvatore Girone. Ho sentito in queste ore anche la famiglia del militare barese. C'è stata un’emergenza legata alla salute, e abbiamo trovato una disponibilità del governo indiano. Dopo questa apertura vorremmo risolvere la querelle nell'intero complesso».
 
La strategia del governo?
«Non parlare troppo del caso, perché non è utile commentare i diversi passaggi. Lavoriamo incessantemente perché si possa trovare una soluzione».
 
Sul tavolo della Nato ci sono varie opzioni per le crisi in Medio Oriente.
«C'è stato un momento in cui nell'Alleanza Atlantica si discuteva soltanto del tema dell'Est e della crisi Ucraina-Russia. L'Italia ha invece inteso sottolineare il nodo cruciale della formazione di uno "stato islamico" che ha proprio come base l'idea della "guerra santa"».
 
Quale ruolo può svolgere l'Europa?
«Il Consiglio Europeo del 15 agosto si è tenuto su forte spinta dell'Italia: si è deciso che per intervenire sulla situazione umanitaria, era anche necessario consentire che le persone si difendessero. Da qui l'ipotesi di armare i curdi, affinché potessero difendere la popolazione e le minoranze perseguitate. C'è una presa di consapevolezza della comunità internazionale e siamo disponibili ad aiutare la coalizione».
 
Come?
«L'Italia ha degli aerei da rifornimento che sono un bene importante, non molte nazioni ne dispongono; abbiamo degli addestratori molto abili, e sempre riconosciuti come capaci di far evolvere le forze armate dei Paesi dove andiamo ad operare. Stiamo pensando a questo tipo di interventi».
 
Che sponde può trovare l'attuale schieramento internazionale?
«Il coinvolgimento degli stati arabi è la mossa giusta: sono i primi ad essere offesi dall'Isis. Non si tratta di una guerra dell'Occidente contro l'islam, ma di un conflitto tra chi crede nei diritti umani, dei popoli e delle minoranze contro chi pensa di fare della "guerra santa", fondata su un'unica religione, uno strumento di distruzione e morte».

Fonte: http://www.iltempo.it/

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