martedì 9 settembre 2014

#Marò in India: La posizione indiana «uccide» la strategia diplomatica di Renzi

Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore ed ex ministro degli Esteri del governo Monti, mette in guardia gli italiani dall'applaudire l'annuncio che l'India non si opporrà al rientro in Italia del marò per motivi di salute, se autorizzato dalla Corte Suprema, dopo il recente ictus. È, spiega, «un duro colpo per la strategia del governo Renzi», che sarà costretto «a riconoscere la giurisdizione indiana dopo aver sempre sostenuto l'illegittimità» di un un processo in loco.
Nel mirino di Terzi, a poche ore dall'ultimo sviluppo del "caso marò", è il racconto della posizione indiana «assolutamente parziale» da parte dell'informazione italiana. Il Ministro degli esteri indiano, sottolinea, «ha detto testualmente che con l'Italia non è in corso alcun dialogo, e che il processo ai militari deve continuare». Una posizione, per Terzi, «che uccide in maniera clamorosa sei mesi di altalena di Renzi». Che «ha sempre parlato di un cambio di passo nei rapporti con l'India», convinto di «riportare in Italia i due marò senza passare da un processo» "indiano", considerato «illegittimo e inaccettabile». Ma le cose, per l'ex ministro degli Esteri, non sono così semplici, perché «tra le garanzie che ora verranno chieste all'Italia per il rientro di Latorre ci sarà una forma di riconoscimento della giurisdizione indiana, e questo sarebbe davvero la chiusura finale atroce quanto la folle decisione di rimandare in India i due marò nel marzo 2013».

Linea diplomatica Ue sconfessata da primo rientro dei marò
Terzi boccia anche l'idea che aver insistito nel far rientrare i nostri militari nel paese indiano dopo la prima licenza abbia contribuito a rinsaldare i rapporti economici con l'India e la nostra credibilità: «Credo che il clima dei rapporti dopo il ritorno dei marò sia molto peggiorato. Abbiamo sbagliato bersaglio, ci siamo sparati sui piedi. Dopo il ritorno dei marò le nostre imprese si sono trovate in difficoltà». Non solo, aggiunge rivelando un aspetto inedito: la scelta italiana, contrastata da Terzi, «ha attirato le forti critiche degli ambasciatori europei, che in una riunione a New Dehli all'epoca dei fatti lamentarono la caduta di credibilità dell'intera Unione europea» e della sua linea diplomatica. Che, conclude Terzi, aveva deciso di puntare su un arbitrato e sul ricorso alla Corte di giustizia internazionale», dopo le violazioni indiana alle norme sull'immunità del nostro ambasciatore, i cui movimenti furono limitati in modo arbitrario.

Mogherini Mrs Pesc vantaggio per l'Italia solo se punterà su temi minori
Da pochi giorni, l'Italia può contare sulla nomina a Mrs Pesc della ministra degli Esteri Federica Mogherini, ma per l'ex ministro Terzi questo potrà rappresentare un vantaggio sul fronte indiano solo se nel suo nuovo incarico di alto commissario alla politica estera Ue punterà sulla valorizzazione dei temi diplomatici «residuali». Sul punto, spiega Terzi, «condivido la linea dell'Economist, che ha fatto rilevare come non ci sia spazio per un ruolo dell'Alto commissario sui grandi temi politici, il discorso con la Russia è infatti affidato alla Germania, che fa la politica estera e quella economica. L'alto rappresentante non potrà discostarsi». Lasciate ai paesi guida le scelte "pesanti", Mogherini dovrà «puntare sui temi minori di politica estera sui quali può accrescere il suo ruolo, residuale per l'Europa ma non per i singoli paesi». 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/

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