domenica 7 settembre 2014

Marò in India: Renzi «svende» l’acciaio a Delhi

Mentre i due marò restano in carcere senza che sia loro garantito il diritto a un regolare processo, gli indiani con i portafogli gonfi continuano a scorrazzare in lungo e in largo nel nostro Paese in cerca di aziende strategiche da comprare a prezzi di saldo. 

È il caso dell’acciaio, che rappresenta nonostante gli alti costi di produzione, un comparto strategico per un paese manifatturiero, entrato nelle mire del gruppo indiano JSW Steel guidato da Sajian Jindal. Che ieri ha incontrato il presidente della Toscana, Enrico Rossi, per parlare della possibile acquisizione dello stabilimento siderurgico di Piombino. Prima Jindal aveva incontrato il premier Matteo Renzi in prefettura, sempre a Firenze. Porte aperte agli indiani dal governo dunque, lo stesso che non riesce a riportare indietro i suoi militari. 

«La speranza per Piombino si riaccende- ha riferito Rossi dopo l'incontro- grazie all'impegno e alla disponibilità dell'imprenditore ma anche delle istituzioni, disposte a fare la loro parte e offrire l’aiuto chiesto, onorando l’accordo di programma per Piombino firmato ad aprile su cui solo la Regione ha messo da sola 70 milioni, 60 per l’area a caldo». Rossi ammette che non mancheranno discussioni: «Siamo solo all'inizio, il lavoro da fare non mancherà- ha aggiunto- Ma dalla fase di studio siamo passati a quella dell'impegno». L’altoforno di Piombino era stato spento perché non più produttivo e finora, nel corso della trattativa con il commissario liquidatore, di continuare a produrre acciaio a Piombino gli indiani non avevano parlato. 

«E il merito, lasciatemelo dire, penso che sia anche di istituzioni che si fanno portavoce di politiche keynesiane, quelle dove lo Stato è un po’ imprenditore», chiosa Rossi al termine dell'incontro con i giornalisti, ringraziando il premier Renzi e il governo per il loro impegno. L'imprenditore indiano, riferisce il presidente della Toscana, «si è dichiarato disponibile a studiare l'impiego di parte delle maestranze della ex Lucchini per la «ripulitur» del sito, come già avevano chiesto i sindacati. Gli ho proposto di incontrare i lavoratori e, una volta concluso l’accordo, anche su questo si è dichiarato disponibile». Gli stessi indiani guidati da Jindal hanno messo gli occhi anche sull’Ilva di Taranto. I suoi tecnici avranno accesso ai dati di Taranto, con la cosiddetta due diligence, in vista di una possibile acquisizione. Morale: per gli affari il governo si mobilita, i marò possono attendere. 

Fonte: http://www.iltempo.it/

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